Non è la Poesia - Chat |
Tutte le religioni del Dio unico - Eugenio Montale
"Tutte le religioni del Dio unico
sono una sola: variano i cuochi e le cotture.
Così rimuginavo; e m’interruppi quando
tu scivolasti vertiginosamente
dentro la scala a chiocciola della Périgourdine
e di laggiù ridesti a crepapelle.
Fu una buona serata con un attimo appena
di spavento. Anche il papa
in Israele disse la stessa cosa
ma se ne pentì quando fu informato
che il sommo Emarginato, se mai fu,
era perento."
Non chiederci la Parola - Eugenio Montale
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe,e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo,ciò che non vogliamo.
AJEDREZ - Jorge Luis Borges
I
En su grave rincón, los jugadores
rigen las lentas piezas. El tablero
los demora hasta el alba en su severo
àmbito en que se odian dos colores.
Adentro irradian mágicos rigores
las formas: torre homérica, ligero
Caballo, armada reina, rey postrero,
Oblicuo alfil y peones agresores.
Cuando los jugadores se hayan ido,
Cuando el tiempo los haya consumido,
Ciertamente no habrá cesado el rito.
En el Oriente se encendió esta guerra
Cuyo anfiteatro es hoy toda la tierra.
Como el otro, este juego es infinito.
II
Tenue rey, sesgo alfil, encarnizada
Reina, torre directa y peón ladino
Sobre lo negro y blanco del camino
Buscan y libran su batalla armada.
No saben que la mano señalada
Del jugador gobierna su destino,
No saben que un rigor adamantino
Sujeta su albedrío y su jornada.
También el jugador es prisionero
(La sentencia es de Omar) * de otro tablero
De negras noches y blancos días.
Dios mueve al jugador, y este, la pieza.
¿Qué dios detrás de Dios la trama empieza
De polvo y tiempo y sueño y agonías?
Io non vorrei crepare
Io non vorrei crepare
senza aver visto *almeno* i cani messicani neri
che senza sognare dormono a ciel sereno;
senza aver conosciuto ai tropici le voraci
scimmie divoratrici (le scimmie a culo nudo).
O anche i ragni argentati dai serici nidi felici
di spruzzi traforati.
No, non vorrei crepare ignorando se la presunta
monetina che spunta sotto la faccia della luna
stia a nascondere una seconda faccia a punta.
Se - dopo gran riflessioni - il sole e' freddo.
Se le famose quattro stagioni
son proprio quattro e non tre.
Senza aver passeggiato per il corso in vestaglia
guardando fissa la marmaglia dei guardoni.
Senza aver ficcato i miei *coglioni*
in ogni posto vietato.
Io non vorrei finire senza sapere la lebbra
(beh, si fa per dire)
o almeno la febbre dei sette mali che
piu' o meno certamente si acchiappano laggiu':
resterei indifferente al bene e al male
purche' di tutta questa vasta delizia
l'assoluta primizia
fosse riservata a me.
E poi non basta, c'e' tutto cio' che conosco,
che ho imparato ad amare: il fondo verde bosco
del mare dove le alghe sottili gareggiano nel
disegnare onde di valzer sugli arenili.
E ancora la terra, che a giugno crepita e sbotta
di odori, e le conifere, e un semplice pugno d'erba...
... e i baci di quella ! Si, insomma quella, signori.
Ursula.
Ursulotta. La piu' bella orsacchiotta
fra tutte le orse maggiori.
Quella per cui non vorrei proprio crepare
prima di averla avuta tutta. Goderla la bocca nella bocca,
i bei seni nelle mie mani, poi con gli occhi il resto e...
Basta! Questi son fatti miei. Taccio.
Crepare ? Non puoi, come faccio ? ( come si fa ? )
Come vuoi crepare senza che ancora si siano inventate
le cose che contano: le rose eterne, le giornate di un'ora,
i monti marini e le spiagge, beh, le spiaggie montagnose.
La cuccagna finiti tutti i tormenti, i quotidiani
splendenti di colori, i bambini contenti e tutti i trucchi
ancora dormenti dentro i crani stipati di ingegneri ingegnosi,
socialisti associati, urbanisti urbanizzati e pensatori pensosi.
Dio, quante cose da fare, da intendere e volere
da contare e aspettare, mentre la fine gia' avanza,
in notti sempre piu' nere striscia, con la schifosa sembianza
di un rospo, non c'e' piu' scampo, eccola gli occhi nei miei...
proprio no, non vorrei crepare, nossignori, nossignore,
non senza aver fatto esperienza
del sapore tormentoso di cui sono goloso e geloso.
Il sapore piu' delicato che si possa sentire,
il piu' forte. No!
No, non voglio morire
prima di aver gustato
il gusto della morte.
Boris Vian
L'eternità
"Riconquistata è l'eternità
il mare e il sole insieme sono spariti
Anima in veglia
un tacito, al nulla della notte
all'incendio del giorno,
senso diamo
Via dai giudizi umani
dalle passioni trite
libera là tu scegli il tuo volo
o che dal vostro fuoco
frantumi di seta ardenti
senza parole emani
il dovere che non ha fine
là dove mai si spera
dove non c'è chi sorga
là è la scienza paziente
del supplizio sicuro
Riconquistata è l'eternità
il mare e il sole insieme sono spariti"
Arthur Rimbaud
L’assenza
"L’assenza dondola nell’aria come un batacchio di ferro
martella il mio viso martella
ne sono stordito
corro via l’assenza m’insegue
non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado
l’assenza non è tempo né strada
l’assenza è un ponte fra noi
più sottile di un capello più affilato di una spada
più sottile di un capello più affilato di una spada
l’assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l’uno all’altra i nostri ginocchi si toccano."
Nazim Hikmet